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Spiegazione ed esempi

Endiadi

Figura retorica

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Definizione:

L’endiadi è una figura retorica che consiste nell'esprimere un concetto unitario con due termini coordinati (cioè legate dalla congiunzione e) invece di un’espressione unica, in cui uno dei cui membri sia subordinato all’altro (sostantivo + aggettivo o sostantivo + complemento di specificazione, ecc.).


Per esempio, dire nella strada e nella polvere invece di nella strada polverosa, o ancora la notte e il buio anziché la notte buia o, la fortuna e il caso anziché il caso fortunato, è usare un’endiadi, sdoppiando il concetto attraverso due termini di significato affine.


Il termine Endiadi deriva dall’espressione greca: hen dia dyoin che significa uno per mezzo di due.


L’endiadi serve per amplificare, dilatare l’immagine da rappresentare rafforzandola e rendendola più incisiva.


L’endiadi è detta dittologia sinonimica o coppia sinonimica, quando utilizza coppie di parole dal significato analogo (sinonimi).


Uso nel linguaggio comune:

L’endiadi è molto utilizzata nel linguaggio corrente per la sua forte potenza espressiva, la si usa in affermazioni come: far fuoco e fiamme; dirlo chiaro e tondo; è un affare bell’e e buono, sono arrivati sani e salvi, ecc.


Esempi letterari di Endiadi:

Gli esempi tratti da testi e poesie famose sono il modo migliore per comprendere pienamente il significato dell'endiadi e perché viene utilizzata.


"…ched oltre ’n parte lo taglia e divide…"
(G. Guinizzelli, Lo vostro bel saluto e ‘l gentil sguardo, v.6)

I due verbi: taglia e divide esprimono lo stesso concetto ma insieme rafforzano l’immagine della potenza dell’amore che trafigge il cuore.


"Movesi il vecchierel canuto e bianco…"
( F. Petrarca, Canzoniere, XVI,  v.1)

I due aggettivi: canuto e bianco hanno significato affine e insistono sullo stesso concetto della capigliatura bianca del vecchio.


"Tu mozzi e tronchi ogni stanco pensiero…"
(Michelangelo, O notte, o dolce tempo, v.5)

I due verbi: mozzi e tronchi hanno lo stesso significato ma insieme rinforzano l’immagine della quiete notturna che fa superare ogni preoccupazione.


"“…O eletti di Dio, li cui soffriri
e giustizia e speranza fa men duri…
…"
(Dante, Divina Commedia - Purgatorio, Canto XIX)

Dante usa l’endiadi giustizia e speranza anziché mettere la speranza della giustizia, rendendo il concetto molto più potente ed evocativo.


"…resti come morta e senza senso…sarebbe pieno il mondo di ignavia e di torpore…"
(Guicciardini, Ricordi)

Doppia endiadi.





"… amaro e noia
la vita, altro mai nulla…"
(Leopardi,A se stesso, vv.9-10)

Leopardi usa l’endiadi amaro e noia anziché scrivere amara noia.


"…Turba d'aure vezzosa e lusinghiera…"
(G.B. Marino, Elogio della rosa, Ottava 157)

"…scopri le pompe tue superbe e belle…"
(G.B. Marino, Elogio della rosa, Ottava 159)






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