Definizione:
L’iperbato è una figura retorica di parola che consiste in un’alterazione dell’ordine naturale di una frase con l’inserimento di un segmento di testo fra due componenti di un periodo.
Il termine iperbato deriva dal greco hyperbaton che significa posto oltre.
L’iperbato serve, dal punto di vista dell’effetto poetico, per dare risalto a determinate parti del verso ed anche per ricalcare l’ordine sintattico del latino creando un effetto arcaico nel linguaggio e dando una maggiore intensità espressiva alla frase.
Uso nel linguaggio comune:
Nel linguaggio corrente si usa un iperbato tutte le volte che si inserisce un inciso nella frase; per esempio, troviamo un iperbato in frasi come:
- il di lei fratello;
- replicherò alle, senza dubbio numerose, obiezioni.
Iperbato e anastrofe:
L’iperbato è simile all’anastrofe.
Anche l’anastrofe consiste in una disposizione delle parole in ordine diverso rispetto a quello normale, ma l’iperbato più che invertire l’ordine delle parole, lo interrompe, inserendo un pezzo di frase. Riepilogando:
- l’anastrofe inverte due o più termini della frase, capovolgendo l’ordine della loro posizione, senza prevedere l’inserimento di un inciso;
- l’iperbato prevede di distanziare due termini normalmente vicini con l’inserimento di una o più parole.
Spesso anastrofe e iperbato sono connessi e fusi nello stesso enunciato o verso.
Approfondisci:
Esempi letterari di Iperbato:
Gli esempi tratti da testi e poesie famose sono il modo migliore per comprendere pienamente il significato dell'iperbato.
(Ariosto, Orlando furioso, Canto I, Proemio, Ottava 1)
Nel sintagma: passaro i Mori il mare si inserisce d’Africa; l'ordine normale sarebbe: il mare d'Africa.
bella d’erbe famiglia e d’animali..."
(U. Foscolo, Dei Sepolcri, vv.4-5)
Nel sintagma: questa bella famiglia si inserisce d’erbe; l'ordine normale sarebbe: questa bella famiglia d’erbe.
(G. Parini, Giorno, Il mattino, v.45)
In questi versi Parini nel sintagma: i nascenti raggi inserisce l’interposizione del sol che produce discontinuità.
(Dante, Inferno, Canto X, v.15)
Nel sintagma: che l’anima morta fanno si inserisce col corpo.
(Petrarca, Erano i capei d’oro a l’aura sparsi, vv.3-4)
Nel sintagma: e l’ vago lume di quei begli occhi si inserisce oltra misura ardea.
(E. Montale, Le Occasioni II, XVII, La rana, prima a ritentar…, vv.5-6)
Nel sintagma: tardo ronzio di coleotteri si inserisce ai fiori.