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Spiegazione ed esempi

Onomatopea

Figura retorica

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Definizione

L’onomatopea è una figura retorica di suono che consiste nel riprodurre nel linguaggio attraverso un gioco fonetico i suoni naturali e i rumori reali.


L’origine del termine è greca, viene da ónoma-atos che significa nome e poiéin, fare = creare un nome.


Spiegazione Onomatopea

L’onomatopea può essere rappresentata:

  • dalle parole onomatopeiche vere e proprie (onomatopea impropria) che imitano un suono, un verso di animale, un rumore della natura, ecc., può essere:
    • Un sostantivo – ululato, miagolio, muggito, guaito, ecc.;
    • O un verbo – ululare, miagolare, muggire, mormorare, scricchiolare, ecc.
  • da una semplice allitterazione, cioè una ripetizione di fonemi in parole diverse che producono l’effetto di un suono:
    • Es.  Un cocco! / ecco ecco un cocco un cocco per te! (Valentino, vv. 15-16, Pascoli);
  • dalle voci imitative (onomatopea propria), che sono una vera e propria trascrizione del suono stesso:
    • bau bau (voce del cane),
    • miao (voce del gatto),
    • cloch cloch (rumore dell’acqua che scorre),
    • din don (suono delle campane),
    • patatrac (rumore di qualcosa che si rompe),
    • patapum (rumore d’un tonfo),
    • dlin dlin (campanello della bicicletta),
    • gre gre (gracidare delle rane).
    Così nella poesia L’assiuolo di Pascoli, la parola chiù ripetuta alla fine di ogni strofa vuole imitare il verso del volatile dal quale prende il nome la poesia.

L’onomatopea è un processo del linguaggio che tende a saltare molti passaggi del pensiero, così da ottenere una comunicazione immediata, diretta e istintiva.


Utilizzo della Onematopea

Nella poesia antica l’onomatopea è abbastanza rara, ma non assente, mentre è molto presente nella poesia contemporanea. Pascoli ne fa largo uso nelle sue varie forme.


Oltre che in poesia, le onomatopee sono molto usate nei fumetti:

  • sigh esprime un dispiacere,
  • sob rende l’azione del singhiozzare,
  • ring riproduce il suono dello squillo del telefono o di un campanello,
  • splash indica qualcosa che cade nell’acqua,
  • boom qualcosa che esplode, ecc.
    Molte di queste parole corrispondono a verbi onomatopeici della lingua inglese, come: to sing (sospirare), to sob (singhiozzare), to ring (squillare), to splash (spruzzare).

Esempi letterari di Onomatopea:

Gli esempi tratti da testi e poesie famose sono il modo migliore per comprendere pienamente il significato dell'onomatopea e quando sia da utilizzare.


"…Nei campi
c’è un breve gre gre di ranelle…"
(G.Pascoli, La mia sera, vv. 3-4)

Onomatopea propria costituita da una parola priva di un significato proprio, che consiste semplicemente nell’imitazione del suono.


"...Lo sciabordare delle lavandare..."
(G.Pascoli, Lavandare, v. 13)

Onomatopea impropria costituita da una parola dotata di un proprio significato.





"… A tutte l’ore gettate all’aria,
chi di tra i solchi, chi di sui rami,
la vostra voce stridula e varia,
chi, che ripeta, chi, che richiami..."
(G. Pascoli, Canti di Castelvecchio, Primo canto, vv.10-13)

L’effetto onomatopeico è dato dalle allitterazioni.


"Clof, clop, clock,
cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch
È giù,
nel cortile,
la povera
fontana
malata;…"
(A. Palazzeschi, La Fontana malata, vv.1-10)

Onomatopee che riproducono il suono dell'acqua della fontana.


"Le vele le vele le vele
che schioccano e frustano al vento…"
(D. Campana, Barche amarrate, vv. 1-2)

Onomatopee che riproducono il suono del vento sulle vele.







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